“Il paziente dovrebbe avere riposo, cibo, aria fresca ed esercizio fisico: il quadrangolo della salute.”
Queste sono le parole proferite dal medico canadese William Osler, considerato il padre della medicina moderna, vissuto sul finire del XVII secolo. Osler riconosce all’aria respirata un ruolo fondamentale per garantire il benessere ai suoi pazienti.
Oggi si comincia ad avere una particolare attenzione verso quello che respiriamo.
Specie quando ci troviamo in uno spazio chiuso, come il proprio posto di lavoro.
Pur essendo l’aria un qualcosa che non si tocca e della quale non ha immediata percezione, quello della qualità dell’aria sta diventando negli ultimi tempi un problema di estrema attualità.
Ciò si sta verificando perché si iniziano ad avere i primi riscontri di ciò che accade quando si respira aria non di qualità.
Vivere in un ambiente mal sano può portare a serie conseguenze per la salute di chi in quell’ambiente passa gran parte della propria giornata, e in definitiva anche della propria vita.
Secondo alcune stime realizzate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa un 30% degli edifici di recente costruzione o comunque recentemente ristrutturati sono frequentati da persone che hanno avuto o che tuttora presentano disturbi legati alla Sindrome dell’Edificio Malato (Sick Building Syndrome).
Questa sindrome, sempre più frequente, è associata a diversi quadri clinici: quelli più comuni prevedono malessere generale, difficoltà di concentrazione, ricorrenti mal di testa, senso di astenia.
La Sindrome dell’Edificio Malato è un problema che riguarda un numero sempre maggiore di persone.
In forte aumento è anche il numero di lavoratori che lamentano malessere quando si trovano sul proprio posto di lavoro.
Ѐ evidente come tutto ciò comporta conseguenze da un punto di vista economico: se il dipendente sta male, la sua produttività diminuisce e parallelamente cresce il numero di giorni passati lontano dalla propria scrivania.
La Sindrome dell’Edificio Malato può ritrovare tra le proprie cause la bassa qualità dell’aria presente e respirata sul posto di lavoro.
Cosa può portare alla riduzione della qualità dell’aria?
Sempre l’OMS ha stimato che circa il 70% dei luoghi pubblici (come aziende, hotel, cinema, ristoranti, banche, ecc.) presentano condizioni igieniche dell’aria pessime. La bassa qualità dell’aria è in circa il 53% dei casi motivati da impianti di condizionamento e di ventilazione dell’aria.
Come mai gli impianti di condizionamento possono compromettere la qualità dell’aria? Come mai hanno una così evidente responsabilità nella Sindrome dell’Edificio Malato?
La risposta nel prossimo articolo.
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